Attacchi ai consiglieri, alla giunta e all'opposizione. Casini: Polverini deve andarsene. E i suoi fanno un passo indietro
Polverini dopo l'incontro con Alfano (Ansa)
ROMA - Renata Polverini si è dimessa: lo dice lei stessa alla stampa intorno alle otto di sera al residente Ripetta con accanto il vicepresidente Ciocchetti dell'Udc. «Ieri l'ho comunicato al presidente Napolitano, poi al premier Monti e oggi ai leader della mia coalizione. Non ritengo questo Consiglio più degno di rappresentare una regione importante come il Lazio». Dimissioni irrevocabili. «Questi signori li mando a casa io, consiglieri indegni: Io ho intenzione di continuare a testa alta. Con questi malfattori non ho niente a che fare: Lo devo alle persone leali come il presidente Cioccetti dell'Udc che mi è stata fedele fino all'ultimo. Questa storia nasce per una faida interna al Pdl. Un partito chenon consegnò la lista che ci ha consegnato un dibattito interno coordinato da personaggi ameni che si aggirano in Europa. Attacchi anche al Pd: «Voleva regolare una battaglia interna. Vadano a casa ma non si permettano di parlare di me e dei miei collaboratori. Le ostriche non le ha inventate l'ex capogruppo. IO non ho avuto una carta di credito nemmeno i miei collaboratori». Attacchi anche all'Idv. «Io dico basta, non lo merita la mia storia personale, la mia famiglia, infangata da due anni. Da pochi minuti sono tornata una persona libera e mi sento veramente bene. Due anni e mezzo in questo sistema, me lo sentivo come una gabbia». Polverini rimarrà in carica per le attività ordinarie. «Me ne vado senza colpa alcuna... ma lo faccio a testa alta». Ha annunciato
UDC - La comunicazione arriva dopo che l’Udc aveva “staccato la spina” a Renata Polverini. Al termine di una giornata frenetica, caotica, fitta di incontri e appuntamenti, gli uomini di Pierferdinando Casini hanno deciso: via dal consiglio regionale, dimissioni imminenti che si vanno a sommare a quelle, già pronte, di Pd, Sel, Federazione della Sinistra, Idv. E’ la goccia che fa traboccare il vaso: alla Regione, si tornerà a breve a votare. Casini lo ha detto esplicitamente intervenendo al Tf3: Polverini lasci. «Mi auguro che non ascolti chi le dice di rimanere ancora lì. Gli italiani apprezzeranno. Mi auguro che il Presidente Polverini e chi ha collaborato con lei in modo serio capisca che con questa marea di fango che si è alzata restituire la parola agli elettori significa essere dignitosi».
TRAVOLTA DALLO SCANDALO - L’amministrazione della Polverini, così, non è arrivata neppure a metà mandato ed è stata travolta dallo scandalo-Fiorito, denunciato ad inizio settembre dal Corriere della Sera. I consiglieri regionali Udc, insieme al vicepresidente della giunta Luciano Ciocchetti e all’assessore Aldo Forte, hanno provato a resistere. Ma, dai leader nazionali, è arrivato l’aut aut: o fuori dalla Regione, o fuori dal partito. Così, dopo l’Udc, è venuto giù tutto il resto: anche i consiglieri di Fli (Francesco Pasquali) e di Api (Mario Mei) hanno comunicato le loro dimissioni. Il numero di 36 defezioni, necessario per far decadere il consiglio regionale, è così raggiunto. Intanto, però, ha disertato l’unico appuntamento della giornata, il premio “Anima” in Campidoglio. Poteva essere il suo ultimo evento pubblico da presidente del Lazio.
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