Secondo la Corte dei Conti, i dirigenti dell’INPS
percepiscono una retribuzione media annua pari a 220.299 euro, cifra
che sale a causa della parte accessoria del trattamento pari al 56% del
totale.
All’ultimo posto vi sono invece i dirigenti amministrativi del
Servizio sanitario nazionale, con 82.312 euro l’anno. Pertanto, i primi
percepiscono una retribuzione corrispondente al 167,6% in più rispetto
agli ultimi.
A far lievitare gli stipendi è la parte accessoria del trattamento.
La Corte dei Conti spiega che il trattamento economico è costituito da
due componenti che corrispondono a una parte fissa e una parte
accessoria.
Quest’ultima è la componente che permette di fare la differenza,
facendo aumentare la retribuzione. In alcuni casi infatti, come ad
esempio quello dei dirigenti INPS, la parte accessoria corrisponde al 129,2% del compenso fisso e al 56% del trattamento complessivo.
Ovviamente, non tutti i dirigenti percepiscono il medesimo ammontare,
che infatti subisce delle sostanziali variazioni in base alla fascia di
appartenenza del soggetto.
Per quel che concerne i dirigenti di prima fascia, la retribuzione
base va da un minimo di 96.097 euro fino a un massimo di 99.005 euro.
Ciò che cambia è la parte da sommare allo stipendio base: questa infatti
oscilla da un minimo di 59.773 euro degli enti di ricerca a un massimo
di 124.202 euro per gli enti pubblici non economici, tra cui figura
anche l’INPS.
In generale, se alla retribuzione base di 96.097 euro si aggiunge il
trattamento variabile di 124.202 euro, il reddito complessivo per i
dirigenti di prima fascia dei enti pubblici non economici raggiunge la
ragguardevole cifra di 220.299 euro.
A questi fanno seguito i dirigenti delle agenzie fiscali (Entrate,
Demanio, Territorio, Dogane e Monopoli) il cui trattamento base di
97.073 viene sommato a 115.700 euro per un totale di 212.773 euro. E in
fine vi sono i dirigenti della presidenza del Consiglio dei ministri,
che hanno 99.005 di stipendio base e 85.721 di trattamento variabile,
quote che sommate portano all’ammontare di 184.726 euro.
Infine, al quarto posto, troviamo i dirigenti dei ministeri, con
97.829 euro di reddito base che si sommano i 77.845 euro di trattamento
variabile, per un totale di 175.673 euro.
Per concludere, vi sono i dirigenti degli enti di ricerca il cui
stipendio base è di 96.154 euro che, sommato alla quota variabile di
59.773 euro, porta a un totale di 155.927 euro.
La seconda fascia è costituita da diverse categorie che, comprendono
anche i dipendenti delle Università, quelli degli enti locali e
territoriali e i dirigenti amministrativi del SSN.
Il primo posto va ai dipendenti degli enti pubblici non economici con
135.295 euro (di cui 58.682 di trattamento fisso e 76.613 di
variabile), vi sono poi i dirigenti delle agenzie fiscali, con 113.922
euro (59.174 euro di trattamento fisso e 54.748 euro di variabile), i
dipendenti delle regioni con 104.325 euro (46.653 euro fissi e 57.672
euro variabili), i dirigenti degli enti di ricerca con 100.524 euro
(60.838 euro fissi più 39.686 euro variabili).
Scendono sotto le sei cifre le retribuzioni dei dirigenti
dell’Università con 98.808 euro (60.985 euro fissi e 37.823 euro
variabili); a questi fanno seguito i dipendenti della presidenza del
Consiglio dei ministri, con 97.793 euro (59.394 euro fissi e 38.400
variabili). Percepiscono 94.571 euro (46.270 euro fissi e 48.301 euro
variabili) i dirigenti in servizio presso i comuni; è invece pari a
85.544 euro (58.654 euro fissi e 26.890 euro variabili) la retribuzione
dei dirigenti che lavorano nei ministeri; mentre per i dirigenti
amministrativi del SSN si parla di 82.312 euro (53.187 euro fissi e
29.125 euro variabili).
Per concludere, Corte dei Conti controllato anche il tipo di
assunzioni di questi dirigenti, che possono essere a tempo indeterminato
e a tempo determinato. I primi sono in totale 12.836 (di cui 494 di
prima fascia e 12.342 di seconda fascia). Del secondo gruppo fanno
invece parte 3.542 unità (di cui 76 di prima fascia e 3.466 di seconda
fascia). In totale i soggetti sono 16.378.
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