Mentre il Senato propone il diritto
all'accesso a internet in Costituzione, la Camera presenta un documento
per regolamentare la Rete
Internet un diritto costituzionale, ma
anche uno spazio dove il cittadino ha diritti e doveri, proprio come
accade per strada? È quello che prova a fare il Parlamento. Così, mentre
al Senato è stato inserito nel calendario dei lavori un ddl
costituzionale sul diritto di
accesso a Internet, alla Camera
è stata creata una speciale commissione, presieduta da Stefano Rodotà.
A Montecitorio, in particolare, è stata stilata una bozza di "
dichiarazione dei diritti in Internet",
che ha l'obiettivo di sancire il nuovo rapporto delle persone con la
rete dal punto di vista del riconoscimento giuridico formale. Una carta
che chiede anche l'aiuto dei cittadini: è stato infatti lanciato un
portale attraverso il quale dal 27 ottobre far partire una
consultazione pubblica per sviluppare un documento definitivo.
Intanto
la Commissione ha elaborato 14 punti da cui partire per far sì che il web non sia il luogo dell'anarchia. Si parte dal riconoscimento su internet dei
diritti fondamentali della persona
a cui vanno aggiunti il diritto all'accesso "in condizioni di parità,
con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate", la cosiddetta
neutralità della rete di cui si parla da anni.
Molta attenzione alla privacy:
la carta garantisce la tutela dei dati personali, il diritto
all’autodeterminazione informativa, l'inviolabilità dei sistemi e
domicili informatici, il divieto di trattamenti automatizzati dei dati,
il diritto all’identità e quello all'anonimato, così come il diritto
all’oblio. I responsabili delle piattaforme digitali, inoltre "sono
tenuti a comportarsi con lealtà e correttezza nei confronti di utenti,
fornitori e concorrenti" e garantire "come interesse pubblico". Infine
viene ribadito il diritto all’educazione e delineati alcuni criteri per il governo della ret
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