Con oltre duecento startup il settore biomedico è uno tra i più attivi, e le buone idee non mancano:
Sono oltre 255 le startup innovative censite in Italia nel settore biomedicale, uno dei più floridi e dinamici, come dimostrano i numeri dello studio Assobiomedica del 2014, dedicato agli incubatori d’impresa in questo settore; ma anche i numerosi progetti innovativi italiani, premiati con svariati riconoscimenti, e il successo di alcune realtà riuscite ad andare oltre lo status di startup. Niso biomed per esempio, è una azienda torinese che ha sviluppato un dispositivo medico chiamato Endofaster, in grado di esaminare il succo gastrico in tempo reale durante la gastroscopia. In questo modo permette di riconoscere i fattori di rischio tumorale e di malattie gastriche come quella da Helicobacter Pylori, migliorando l’efficienza della gastroscopia e riducendo i costi, e il numero di esami successivi.
Tra il 2013 e il 2014, si è aggiudicata diversi premi, tra cui il Premio Leonardo Startup, il Bright Future Ideas Award, UK Trade and Investment, e la nomina di startup dell’anno da PNIcube nel 2013. Ma non solo, Niso biomed è anche un esempio di startup di successo “diventata grande” che è riuscita a collocare il suo prodotto anche nel mercato estero. Un altro esempio a proposito è Silicon Biosystems, una startup bolognese acquisita poi dall’azienda farmaceutica Menarini, per aver brevettato DEPArray, una tecnologia in grado di isolare singole cellule tumorali presenti nel sangue mantenendole intatte. Procedimento che consente di effettuare una diagnosi precoce, individuando le cellule indicative della patologia, mediante un esame ematico. E poi c’è anche la Wearable Exoskeleton, un esoscheletro per sostenere anziani e disabili nei movimenti quotidiani, sviluppato presso la Scuola Sant’Anna di Pisa, che nel 2013 ha vinto il Premio Marzotto 2013
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